GLI INFESTANTI
Processionaria
La processionaria è la larva di una futura farfallina; vive in grosse comunità e si nutre di foglie di specifici alberi. Molto spesso i peli di questo bruco sono fortemente urticanti, ed è ciò che lo rende pericoloso anche per noi, oltre che per gli alberi che vengono defogliati.
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è la più diffusa: si nutre solo di aghi di conifere: attacca preferibilimente i pini, ma è avvistabile anche su cedri e abeti. Le uova vengono deposte sulla cima degli alberi in estate e si schiudono nel giro di poche settimane. Si formano così dei nidi di larve aggregate che in più fasi, dalla tarda estate alla primavera successiva, si nutrono voracemente fino ad arrivare alla defogliazione dell’albero ospite. I nidi sono grossi bozzoli bianchi che di solito racchiudono la punta di un ramo.
La processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea) attacca le querce. È meno visibile della prima, ma anch’essa molto urticante, e dopo escursioni in un bosco infestato, si manifesta con diffusi eritemi sulla pelle.
La lotta alla processionaria del pino è obbligatoria (D.M. 17/04/1998 e D.M. 30/10/2007). Sono stati sperimentati numerosi metodi, dai più grezzi (fucilate, incendio dei nidi …) ai più raffinati, ed efficaci. Occorre sempre considerare i rischi connessi all’utilizzo di metodi troppo spicci, oltre al fatto che si sta cercando non solo di eliminare un’infestante, ma anche di curare una pianta viva, che non deve subire danni a sua volta.
Disinfestazione processionaria
La cura contro la processionaria va operata su due fronti. L’installazione di trappole a feromoni è il metodo più semplice ed economico, figlio di una ricerca raffinata. Gli adulti vengono confusi ed intrappolati, e si riduce drasticamente la deposizione di uova e quindi il pericolo di trovare nuovi bozzoli.
Le larve presenti vengono invece eliminate, a seconda della posizione dell’albero e del suo stato di salute, mediante l’uso di principi attivi insetticidi, in grado di eliminare le processionarie direttamente per contatto, o attraverso le foglie di cui si nutrono.
Anche la rimozione dei nidi asportati può essere pericolosa, perché i peli rimangono urticanti anche dopo essere stati incendiati. Meglio che se ne occupino dei professionisti.
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