Le mosche hanno decisamente una pessima nomea: contendono alle zanzare il titolo di animali più fastidiosi quando ci volano attorno, ed agli scarafaggi il titolo di insetto del degrado, quando con le loro uova riescono ad infestare i cibi.
La più nota e diffusa è Musca domestica, ma ne esistono decine di altre specie, che fanno capo alle famiglie dei Muscidi, dei Calliphoridi e dei Sarcofagidi.
Posano le uova o le larve, direttamente sulla fonte di cibo. In pochi giorni, terminato l’accrescimento, affrontano la metamorfosi che le porta a volare e riprodursi di nuovo. Sono eccellenti volatrici, e si spostano fiutando il cibo a chilometri di distanza.
Qualche operatore privato, ma purtroppo anche alcuni enti pubblici, ricorrono di tanto in tanto al trattamento indiscriminato irrorando insetticida su estese superfici; queste “demuscazioni” sono illusorie e si rivelano anche costose ed inquinanti, per la gran quantità di insetticida disperso nelle vie.
Inutile dar retta a chi crede di poter eliminare completamente le mosche da un terrazzo o da un giardino, poiché è semplicemente impossibile. Ove si individuino focolai di nidificazione, siano essi letamai o immondezzai mal tenuti, è possibile ridurre il numero di mosche agendo su questi “poli di attrazione”.
Otteniamo risultati soddisfacenti combinando diverse tecniche, quali: trappole ad attrazione alimentare, irrorazione di prodotti con funzione dissuasiva/insetticida, cattura mediante lampade a luce attinica.
In ambienti chiusi, la creazione di un microclima sfavorevole, fresco e buio, oltre a dispositivi di esclusione quali le zanzariere, rimane la soluzione più semplice ed ecosostenibile.